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Zilahy, Lajos.

Narratore e commediografo ungherese. Studiò a Budapest, dove si laureò in Legge, nel 1913. Lo scoppio della prima guerra mondiale, alla quale partecipò con l'esercito austriaco, lo distolse dall'attività di giornalista che aveva appena iniziato. Al termine del conflitto, come inviato speciale di un quotidiano ungherese di Budapest, visse per qualche tempo in Inghilterra e poi a Parigi. In questa città compose la sua prima opera di narrativa intitolata Primavera mortale, che venne pubblicata nel 1922 subito dopo il suo rientro in patria. Nel 1926 uscì I due prigionieri, uno dei suoi romanzi più indovinati, e nel 1930 Il disertore. Il successo arrivò con L'anima che si spegne (1932), opera suggestiva per l'impetuoso soffio di poesia che la caratterizza. Seguirono La città che cammina (1939) e L'angelo furioso, pubblicato a New York in lingua inglese nel 1954. Z. si era trasferito negli Stati Uniti fin dal 1948, poi tornò in Europa e si stabilì in Serbia. Nei suoi romanzi, di soggetto assai vario e che ricercano costantemente l'obiettività anche quando le vicende narrate si riferiscono a fatti o ad avvenimenti politici, Z. ama sviscerare con tecnica agguerrita le cause e gli effetti di un determinato fenomeno, sia esso il razzismo, l'oppressione politica, l'esilio o altro. Di carattere psicologico-sociale è anche l'opera di Z. commediografo, come appare in Splende il sole (1924), Il generale (1928), L'uccello di fuoco (1932), ritenuti i suoi migliori lavori teatrali, ma anche in Saltimbanchi musicisti e L'ospite non chiamato (Salonta 1891 - Sremska Kamenica 1974).